Effettuare delle riprese di alta qualità per imprimere su un disco i momenti più belli della propria vita è un’esigenza comprensibile e rispettabile. Dal punto di vista tecnologico, però, i video in alta qualità occupano uno spazio incredibilmente elevato, e non sempre è possibile conservarli tutti in risoluzione massima; oltretutto, il limite viene imposto anche dai servizi internet di condivisione, che non sempre permettono l’invio di file tanto grandi. Tuttavia, per non rinunciare ai ricordi è possibile effettuare un’operazione informatica detta “compressione”.
Cosa significa comprimere un video
Dal punto di vista prettamente esperienziale, comprimere un video significa ridurne le dimensioni. Quando un contenuto multimediale di questo tipo viene sottoposto a tale processo, infatti, ciò che l’utente osserva immediatamente è un notevole risparmio di storage sul proprio dispositivo di archiviazione dei file informatici. Dal punto di vista prettamente informatico e tecnico, invece, si tratta di un’operazione molto più complessa.
Senza entrare troppo nel merito del fenomeno, si può dire che la compressione di un video è un’operazione che impiega uno specifico algoritmo per ridurre la quantità di bit (di informazioni) necessari per rappresentare digitalmente il contenuto multimediale. Se si vuole esemplificare ulteriormente il concetto, si può dire che questi algoritmi non fanno altro che eliminare tutte le informazioni che non sono necessarie o che vengono ripetute.
Anche quando viene registrato un video con una videocamera o uno smartphone, in realtà, avviene una compressione mediata da un algoritmo digitale, poiché delle informazioni fisiche (i raggi luminosi e le onde sonore) vengono tradotte in informazioni digitali, grazie a un algoritmo. Tuttavia, per ridurre lo spazio occupato da questi file può essere necessario effettuare un’ulteriore compressione.
Perché bisogna comprimere un video
L’obiettivo di quest’operazione è stato descritto: la compressione è fondamentale per risparmiare lo spazio di archiviazione. Tuttavia, il suo scopo è anche quello di consentire la condivisione di questi contenuti con altri utenti attraverso internet.
Ad esempio, quando viene inviato un video a uno dei propri contatti WhatsApp, naturalmente l’applicazione effettua una compressione del contenuto.
Questo avviene perché la dimensione di un video non compresso (o meglio, sottoposto solo alla compressione originaria) è troppo grande per essere gestita dai server dell’azienda, e il problema si amplificherebbe notevolmente se tutti gli utenti di un social di queste proporzioni – che conta miliardi di utenti – potessero inviare video non compressi ai propri interlocutori.
Questo principio è praticamente comune a tutti i social network, tra cui Facebook e Instagram. Anche i client e-mail impongono limiti in questo senso, e impediscono di allegare ai messaggi di posta file video di dimensioni troppo estese (anzi, in alcuni casi gli allegati devono occupare pochissimi megabyte).
Persino una piattaforma come YouTube, nata per condividere video, effettua in automatico una compressione dei file multimediali quando essi vengono caricati. Tuttavia, YouTube è più flessibile e permette di selezionare alcuni importanti parametri legati alla qualità del contenuto, i quali non vengono compromessi in fase di compressione.
Quale compressione video usare
Nei paragrafi precedenti si è fatto riferimento a dei particolari algoritmi che permettevano di comprimere i video. Questi software, in realtà, hanno un preciso nome, e vengono definiti codec, sigla che sta per “compression-decompression”. Questi programmi possono essere suddivisi in due grandi categorie: lossy, se provocano la perdita di dati durante la compressione, o loseless, se al contrario mantengono inalterate le caratteristiche del contenuto.
I codec, dunque, prelevano un flusso di dati e lo comprimono, restituendolo in un contenitore differente (ovvero con un’estensione del file diversa, come ad esempio .mpeg o .avi). Poiché in giro ce ne sono diversi, però, può essere utile sapere qual è il migliore codec da usare.
Tra i codec in assoluto più diffusi al giorno d’oggi, il quale ha rappresentato anche una rivoluzione nel mondo del web, è il codec H.264. Si tratta di un codec che permette di comprimere notevolmente i file, rilasciandoli in diverse tipologie di contenitore, con un’efficienza elevatissima. Lo stesso dicasi per il codec H.265, che a parità di risultato riesce a fornire file di dimensioni ancora inferiori.
Anche DivX è un codec molto famoso, e diffuso soprattutto nel decennio scorso, quando la distribuzione di contenuti video sul web è aumentata vertiginosamente. Meno noto al grande pubblico, ma non per questo di minore importanza, è il codec VP9: quasi ogni utente del web ha avuto a che fare con esso pur non sapendolo, poiché si tratta del codec che viene utilizzato proprio da YouTube.
Come comprimere un video con Freemake senza perdere qualità
Come già detto, purtroppo molti dei codec che vengono ampiamente utilizzati sono lossy, ovvero provocano la perdita di qualità dei propri contenuti video. Tuttavia, è possibile adottare delle soluzioni che permettono di comprimere il video, risparmiando dunque molto spazio, ma senza alcuna alterazione della qualità del filmato.
Tra queste soluzioni, ad esempio, una delle più efficienti è Freemake Video Converter software che aiuta a modificare video e inviarlo smartphone. Si tratta di un’applicazione gratuita, scaricabile dal sito ufficiale dell’azienda, che supporta più di 500 formati e raccoglie innumerevoli codec per comprimere i video senza perdita di qualità. Il primo passo per ottenere file di dimensioni inferiori ma dalla qualità invariata è ovviamente quello di scaricare e installare il programma.
Alla prima apertura del software, inoltre, ci si troverà di fronte a un’interfaccia intuitiva e dalla grafica accattivante, con semplicissimi comandi in italiano. Per avviare la conversione del proprio video senza perdere la qualità, dunque, basterà cliccare su “+Video” o semplicemente trascinare il contenuto sulla schermata che si aprirà. Successivamente, bisognerà selezionare il formato di output desiderato.
A questo punto, nella nuova finestra proposta dall’applicazione sarà possibile selezionare il codec da utilizzare per il processo, nonché altri parametri. Quando sono state effettuate tutte le scelte, dunque, basterà semplicemente cliccare sul tasto “Converti” e alla fine del processo si otterrà un video compresso ma con tutti i parametri qualitativi del tutto invariati.