Stampanti termiche: cosa sono e come funzionano

Se non hai mai avuto a che fare con le stampanti termiche, evidentemente non è un oggetto che utilizzi sul posto di lavoro. Si tratta infatti di un particolare tipo di stampante utilizzata per emettere scontrini o qualunque altra cosa necessaria in un negozio o in un’attività commerciale.

Sebbene si chiami stampante, il suo utilizzo è del tutto differente dalle comuni printer da PC. Non solo infatti viene impiegata per scopi diversi, ma anche il suo funzionamento non ha nulla a che vedere con la classica stampante.

Infatti, le termiche imprimono scritte, loghi e immagini attraverso il surriscaldamento di sostanze chimiche o di una carta sensibile. Il tutto attraverso l’uso di una testina che viene sensibilizzata nei punti in cui deve imprimere.

Per una migliore precisione nella descrizione di questo particolare oggetto, è doveroso distinguere tra due tipologie di stampante termica: quella a trasferimento termico e quelle a trasferimento termico diretto.

Abbiamo chiesto agli amici di webermarking.it, gli esperti del settore, di spiegarci come funziona una stampante termica e in cosa si distinguono. E soprattutto quale tipologia di carta si impiega per la stampante termica diretta.

Stampanti a trasferimento termico

Le stampanti a trasferimento termico sono quelle impiegate per la maggiore a scopo professionale. Questo in quanto sono molto più veloci, rispetto alla classica stampante laser o a quella ad aghi.

La differenza con il secondo modello che vedremo più avanti sta nell’utilizzo di inchiostri speciali (sostanze chimiche) che vengono impressi sulla carta attraverso un gas surriscaldato. Nel momento in cui la stampante si aziona e passa l’inchiostro su carta, quest’ultimo sublima e resta marchiato sulla superficie cartacea. Si tratta di una tecnica di precisione in grado di ricavare una stampa qualitativamente migliore. Anche perché utilizza quattro tipi di colori per stampare: magenta, giallo, ciano e la copertura. Circa la tipologia di carta impiegata per la stampa, si possono usare anche strisce adesive, per creare etichette o codici a barre applicabili ai prodotti.

La sua estrema precisione e l’uso in campo professionale rendono questa stampante non proprio economicamente accessibile.

Stampanti a trasferimento termico diretto

Le stampanti termiche dirette sono quelle che usano la carta sensibile al calore. Infatti il loro funzionamento è più semplice e la loro portata economica meno dispendiosa di quella poc’anzi descritta.

Il funzionamento è pressappoco il seguente. Una testina va a riscaldare il foglio di carta che si annerisce nei punti interessati. Questo vuol dire che non stampa a colori e che al livello di qualità grafica non ci si può aspettare chissà cosa.

È il classico apparecchio impiegato nei negozi, nelle pizzerie, nei supermarket quando si devono emettere scontrini.Circa l’uso della stampa termica diretta, si consiglia di optare per questa stampante se non è prevista un’esposizione duratura alla luce solare. O ancora quando non è importante che la stampa o l’etichetta durino nel tempo. Il suo uso è altresì perfetto quando c’è bisogno di ottenere semplici loghi e codici a barre standard

Proprio perché nelle attività commerciali, occorre un numero elevato e frequente di scontrini da stampare, la stampante termica diretta è la soluzione migliore: non si blocca, è rapida, e non costa molto.

È perfetta per chi ha bisogno di stampare qualcosa che non per forza duri a lungo (non a caso viene impiegata anche da corrieri e poste per stampare le etichette adesive da apporre su pacchi e buste). Tra l’altro è possibile trovare modelli in giro che siano regolabili e consentano di utilizzare rotoli di carta di diverse dimensioni in base all’uso specifico.

Il costo e i vari modelli

In commercio è possibile trovare un’ampia gamma di modelli sia di stampanti a trasferimento termico sia di stampanti a trasferimento termico diretto. In termini economici, le prime abbiamo già detto costano notevolmente di più.

In aggiunta c’è anche da considerare eventualmente il brand che si seleziona, ed eventualmente se si tratta di un modello di ultimissima generazione. Il che comporta una lievitazione del costo. Però in linea di massima si può spendere da un minimo di 200€ a salire.

Comunque sia, la maggior parte dei brand in campo informatico, ovvero di quelli che produce comuni stampanti, realizza anche modelli di stampanti termiche.

Anche la carta è differente

Se la portata delle stampanti termiche è differente da quelle tradizionali, cambia anche il tipo di carta impiegato.

Ad esempio per le stampanti termiche dirette ci vuole la cosiddetta carta termica, ovvero un tipo di carta utile per la stampa di piccolissime tirature. I fogli sono ricoperti da un’emulsione a base di colorante e di uno specifico reattivo. È nel momento in cui la carta viene inserita nel congegno che la testina opera per riscaldare la carta e far venire in superficie i caratteri interessati.

Tipologie di carta termica

Le tipologie di carta termica, cambiano in base all’uso che se ne fa. In genere si può dividere in tre gruppi:

  • Carta Protetta. È quella che consente la conservazione della stampa fino a oltre 6 mesi;
  • Non protetta. È quella che consente la conservazione della stampa fino a un paio di mesi;
  • Sintetica – non subisce alterazioni in caso di contatto con l’acqua (tipica delle applicazioni in campo aeroportuale, gestione bagagli)